mercoledì 29 luglio 2009

Operazione recupero: (Ri)nati il 1° luglio?


Ho scritto quest'articolo, che recupero per una sorta di dovere sociale e civico, nel giorno dell'inaugurazione dell'impianto ad urea all'Ilva. Il titolo è a metà strada tra la provocazione e la necessità di comprendere la reale, positiva entità dell'evento.

La storia è nota. Una favola di pettole grigie ad offuscare la nitidezza del cielo, di strani, inquietanti odori generalmente notturni, di una vocazione medica a divenire polo d’eccellenza oncologico, per via di una moria che va a falcidiare il tessuto demografico della città, di un patimento da cui soltanto negli ultimi anni si cerca di venir fuori. E per chi c’è dentro, storie di ordinario mobbing, morti bianche, minacce di licenziamento, cassa integrazione, ed il costante fiato sul collo di un prezzo da pagare per la sopravvivenza attraverso la merce di scambio dell’umiliazione e gli spiccioli di una costante insoddisfazione.
Quando di lavoro si muore dentro e fuori dalla fabbrica.
L’afflato politico non c’entra, è una questione di fondamentali diritti umani, sanciti da una miriade di trattati internazionali, e violati per anni, giocando l’astuta carta della disoccupazione.
Taranto è una delle città più inquinate d’Europa. È una tortura psicologica esserne consapevoli, ma è il punto di partenza per una reazione collettiva che ha avuto un ruolo di vitale importanza per quel processo capace di portare ad un dato di fatto.
Oggi, alle 10.30, il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, alla presenza del Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo (malgrado un suo iniziale atteggiamento di contrasto rispetto ad una fattiva risoluzione del problema) inaugura l’impianto ad urea che servirà a contenere le emissioni di diossina, la sostanza killer sinora dispersa in concentrazioni elevatissime nella nostra città, ed oggetto del reato da cui è partito il movimento di sensibilizzazione popolare risultato determinante nell’applicazione della bramata Legge Regionale Anti-Diossina, provvedimento capace di aggirare ogni residuo tentativo di furberia da parte del patron Emilio Riva, che, nell’ottobre scorso, cercava di prendere ancora tempo, provando a posticipare la realizzazione degli impianti di un anno.
L’emozione è forte, e la partecipazione di alcune delle Associazioni che, il 29 novembre scorso, data topica, densa di significato per ogni abitante di Taranto, hanno dato vita alla manifestazione organizzata dal movimento “Alta Marea”, momento di raccordo collettivo nel marciare contro il maggior inquinatore della città, è viva anche stavolta. Alle 9.45, infatti, di fronte alla Direzione dell’Ilva di Taranto, ci sarà un sit in cui Ail, Comitato per Taranto, PeaceLink, Legambiente, Wwf ed ogni libero cittadino porranno l’accento sull’importanza di un monitoraggio costante, da svolgersi 24 ore su 24, scongiurando ogni pericolo di possibile gioco delle tre carte da parte di Riva.
1 Luglio 2009. Dopo un travagliato concepimento, stiamo per ri-nascere?

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