venerdì 8 gennaio 2010

Sissignore, i miei ossequi.



"Oh, sissignore, le porgo i miei più cordiali ossequi. Ritengo il suo operato da sempre fiore all'occhiello per questo nostro territorio, uh, vilipeso, svuotato dalla fuga dei cervelli, incenerito da questi teppistelli del borgo antico, e poi l'Ilva, ohhhhhhhhh, sì, ma i bambini del Quartiere Tamburi, ma sa, mi adopero per loro, ma quanto mi dispiace, la colpa è anche della scuola. Però ce la faremo, sì, insieme, sa. Penso che se solo mi desse una possibilità..sì, guardi, legga il mio scritto, perdoni qualche errore d'ortografia, sa com'è, mi emoziona sempre scrivere (sic!), è catartico, certo. Scrivere è la mia passione. Già dalla prima elementare, anzi no, dall'asilo, essì, perchè fui un prodigio, sempre mi appassionarono i temi. Oh, ma poi, al Liceo* ho preso la maturità con 60 sessantesimi. La lode, in seduta di laurea, non la ebbi perchè la Commissione non mi capì. Sì, sono un incompreso/a. Ma lei mi capirà."

(dal Manuale dell'alpinista socio-culturale, Ed. Lacchè, 2010, già edito nella collana Il giornalaio che voleva diventare giornalista, Ed. Vilipesi Riuniti, 2009)